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Self-made people

Parte 1

Self-made people è una rubrica dedicata a tutte quelle persone che, con una buona dose di coraggio e un pizzico di fortuna, sono riuscite a trasformare le loro passioni in lavoro, il tutto non senza fatica e sacrificio. Uno spazio che vuol essere il contenitore di diverse esperienze lavorative e di vita per valorizzare l’unicità di ogni percorso. Grazie infinite a Rachele, Mariarosaria e Francesca, tre donne meravigliose che si sono raccontate a No Name senza nascondere fragilità e punti di forza, successi e fallimenti.

Illustrazione di tre ragazze, protagoniste dell'intervista

Rachele Sangiuliano, per gli amici Racu, è un’ex giocatrice della Nazionale Italiana di pallavolo, medaglia d’oro al campionato mondiale di pallavolo del 2002. A nove anni dal termine della sua carriera nel volley femminile, Racu è riuscita a reinventarsi nel mondo dello sport, senza mai abbandonare il suo spirito da guerriera. Oggi è una runner appassionata, lavora per una società di marketing e comunicazione sportiva e accompagna gli atleti al fine carriera.

Quando hai capito che la tua passione per la pallavolo sarebbe diventata un lavoro vero e proprio?

Alla fine della terza media, quando ho iniziato a partecipare ai campionati di pallavolo i ritmi degli allenamenti si sono intensificati fino a raggiungere una cadenza giornaliera. Non riuscivo più ad andare in gita scolastica o fare le vacanze. In quegli anni la mia vita  è cambiata completamente: è arrivato un ritorno economico e, alla fine della prima superiore, ho ricevuto la mia prima convocazione alla nazionale. Lo sport mi ha catapultata fin da piccola in una dimensione più grande di me e sono dovuta crescere in fretta. Mia madre dice che non sono mai stata una ragazzina.

Cosa ti ha insegnato questo sport?

Sicuramente la disciplina, la capacità di adattamento e il saper lavorare in squadra. Ricoprendo il ruolo del palleggiatore, una delle mie più grandi sfide era di capire quale giocatore valorizzare in un momento e quale in un altro. Le medaglie sono senza dubbio una soddisfazione immensa, ma alla fine quel che conta davvero sono le esperienze che ti porti dentro. Il mondo dell’agonismo è emotivamente stancante, costellato di alti e bassi, ma sono proprio questi ultimi che ti forgiano.

Una frase che ti rappresenta?

Il mio motto è: affronta ogni cosa con il sorriso. Tutti prima o poi ci troviamo a fronteggiare periodi di difficoltà, la differenza però sta nel modo in cui decidiamo di affrontarli, e un sorriso a volte cambia tutto.

Mariarosaria Losco, esperta in fashion retail e wholesale, windows e pop-up store a livello globale. A meno di 30 anni, Mariarosaria ha già lavorato per Karl Lagerfeld ad Amsterdam e per Loewe (brand del gruppo LVMH) a Madrid. Qualche anno fa è  tornata in Italia, un pò per amore e un pò mettersi in gioco su progetti più piccoli, fondando la sua società multiservice M LOSCO Design che offre consulenze a numerose aziende di moda, tra cui Aspesi.

Di cosa ti occupi nel tuo lavoro?

Creo spazi accoglienti, spazi che ti fanno stare bene quando entri. Nel mondo del Retail infatti si cerca sempre di ricreare la sensazione di casa all’interno di ogni negozio; gli store di lusso addirittura hanno una zona Lobby pensata per mettere il cliente a proprio agio prima dell’acquisto.

Ti è mai capitato di essere sottovalutata sul posto di lavoro perché giovane e donna? 

Troppo spesso nel mondo del lavoro mi sono sentita dire che sono ‘’giovane’’, addirittura qualcuno ogni tanto ha esordito chiedendomi se fossi in stage (io lo prendo come un complimento ovviamente 😉). Credo che l’Italia sotto questo punto di vista abbia una mentalità un pò arretrata. Valuta il professionista solo sulla base del suo grado di seniority e non sulle sue reali capacità. Io credo che non si finisca mai di imparare e che i giovani abbiamo molto da insegnare, anche a chi ha più esperienza di loro. Come donna invece penso cambi molto da settore a settore. In tante situazioni non sento alcun gap di genere, mentre ogni tanto in cantiere faccio fatica a farmi prendere seriamente dagli operai. Per fortuna sono una ragazza determinata e alla fine so farmi ascoltare sempre.

Hai mai sentito il peso della società nel raggiungimento dei tuoi obiettivi lavorativi o familiari?

Spesso e volentieri i Social ci propongono una realtà distorta che ci fa apparire gli altri come più ricchi, più belli e più di successo. Io ho imparato che non bisogna mai paragonarsi a nessuno. Ognuno ha il suo percorso, che non è mai una linea retta, a volte si fanno mille giri prima di capire cosa si vuole veramente fare della propria vita. Io mi reputo fortunata ad aver trovato subito la mia strada, ma non c’è nulla di male nel prendersi un pò di tempo per cercarla. Anche sulla questione figli credo sia importante ascoltare il proprio corpo, non esiste un tempo giusto o sbagliato, ovviamente all’interno delle possibilità biologiche della donna. Non conosco il mio futuro, ma in linea di massima mi piacerebbe avere figli ancora giovane per essere sicura di crescerli con l’energia che ho adesso.

Una frase che ti rappresenta?

Un’espressione inglese che sento molto mia è: Never give up. Non mollare mai, anzi, quando le cose vanno male, bisogna rimboccarsi le maniche.

Francesca Alessio – Fondatrice di Kintsugi Tea & Cakes, una deliziosa sala da tè in via Monte di Pietà 17, nel cuore di Torino. Il nome rende omaggio all’antica arte giapponese del Kintsugi, che consiste nel donare nuova vita alle ceramiche rotte, rinsaldando i cocci con l’oro. Non si tratta solamente di riciclo creativo, ma di una metafora che ci insegna a trasformare le nostre fragilità in punti di forza. Scommettendo sul suo sogno, la giovanissima Francesca è riuscita a ricreare un luogo dove lasciarsi alle spalle la frenesia della vita e godersi una pausa dolcissima. Qui si possono sorseggiare tè da tutto il mondo, dal famosissimo tè verde al matcha a quello che cambia colore con l’introduzione di una fialetta di yuzu (agrume giapponese), e gustare squisiti dolcetti fusion che sono il frutto della sua creatività.

Qual è stato il percorso che ti ha portata fino a qui?

In realtà è accaduto tutto un po’ per caso. Sono nata e cresciuta in Valle d’Aosta, finché, nel 2015, non ho fatto di Torino la mia casa.  Mi sono trasferita qui per sostenere la scelta del mio fidanzato di aprire un ristorante giapponese, per il quale mi occupavo della preparazione dei dolci. Ho sperimentato tanto e così, giorno dopo giorno, mi sono appassionata sempre di più all’Asia in generale e al Giappone. Nutro da sempre un grande amore per il tè, perciò, quando sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un corso da sommelier di tè, mi sono buttata a capofitto anche in quell’esperienza. Dall’unione di queste due grandi passioni, i dolci di ispirazione giapponese e il mondo dei tè, nel 2018 è nato Kintsugi Tea & Cakes.

È stato complicato passare dall’idea alla realizzazione?

Non posso negare che la realizzazione sia stata piuttosto lenta, e per nulla priva di difficoltà; due lunghi anni in cui ho dovuto trovare il locale giusto, conquistarmi la fiducia delle persone, cercare l’appoggio di una banca e così via. Sicuramente tante volte sono stata sottovalutata perché donna e molto giovane, ma me ne sono sempre fregata.  Non sono mai cambiata per compiacere gli altri, non ho mai nascosto i miei piercing e i miei tatuaggi per farmi prendere più seriamente dalle persone. Credo fermamente che sei una persona intelligente prima o poi le persone lo capiscono, a prescindere da come appari o dai loro pregiudizi.

Una frase che ti rappresenta?

Cadi sette volte, rialzati otto.

Words: Giorgia Ribaldone

Illustrations:  Lucrezia Frola

Layout: Sara Zampirollo

Sfoglia la gallery di Self-made people

Leggi l’articolo precedente: Crossdressing

Self-made people

Parte 1

Self-made people è una rubrica dedicata a tutte quelle persone che, con una buona dose di coraggio e un pizzico di fortuna, sono riuscite a trasformare le loro passioni in lavoro, il tutto non senza fatica e sacrificio. Uno spazio che vuol essere il contenitore di diverse esperienze lavorative e di vita per valorizzare l’unicità di ogni percorso. Grazie infinite a Rachele, Mariarosaria e Francesca, tre donne meravigliose che si sono raccontate a No Name senza nascondere fragilità e punti di forza, successi e fallimenti.

Illustrazione di tre ragazze, protagoniste dell'intervista

Rachele Sangiuliano, per gli amici Racu, è un’ex giocatrice della Nazionale Italiana di pallavolo, medaglia d’oro al campionato mondiale di pallavolo del 2002. A nove anni dal termine della sua carriera nel volley femminile, Racu è riuscita a reinventarsi nel mondo dello sport, senza mai abbandonare il suo spirito da guerriera. Oggi è una runner appassionata, lavora per una società di marketing e comunicazione sportiva e accompagna gli atleti al fine carriera.

Quando hai capito che la tua passione per la pallavolo sarebbe diventata un lavoro vero e proprio?

Alla fine della terza media, quando ho iniziato a partecipare ai campionati di pallavolo i ritmi degli allenamenti si sono intensificati fino a raggiungere una cadenza giornaliera. Non riuscivo più ad andare in gita scolastica o fare le vacanze. In quegli anni la mia vita  è cambiata completamente: è arrivato un ritorno economico e, alla fine della prima superiore, ho ricevuto la mia prima convocazione alla nazionale. Lo sport mi ha catapultata fin da piccola in una dimensione più grande di me e sono dovuta crescere in fretta. Mia madre dice che non sono mai stata una ragazzina.

Cosa ti ha insegnato questo sport?

Sicuramente la disciplina, la capacità di adattamento e il saper lavorare in squadra. Ricoprendo il ruolo del palleggiatore, una delle mie più grandi sfide era di capire quale giocatore valorizzare in un momento e quale in un altro. Le medaglie sono senza dubbio una soddisfazione immensa, ma alla fine quel che conta davvero sono le esperienze che ti porti dentro. Il mondo dell’agonismo è emotivamente stancante, costellato di alti e bassi, ma sono proprio questi ultimi che ti forgiano.

Una frase che ti rappresenta?

Il mio motto è: affronta ogni cosa con il sorriso. Tutti prima o poi ci troviamo a fronteggiare periodi di difficoltà, la differenza però sta nel modo in cui decidiamo di affrontarli, e un sorriso a volte cambia tutto.

Mariarosaria Losco, esperta in fashion retail e wholesale, windows e pop-up store a livello globale. A meno di 30 anni, Mariarosaria ha già lavorato per Karl Lagerfeld ad Amsterdam e per Loewe (brand del gruppo LVMH) a Madrid. Qualche anno fa è  tornata in Italia, un pò per amore e un pò mettersi in gioco su progetti più piccoli, fondando la sua società multiservice M LOSCO Design che offre consulenze a numerose aziende di moda, tra cui Aspesi.

Di cosa ti occupi nel tuo lavoro?

Creo spazi accoglienti, spazi che ti fanno stare bene quando entri. Nel mondo del Retail infatti si cerca sempre di ricreare la sensazione di casa all’interno di ogni negozio; gli store di lusso addirittura hanno una zona Lobby pensata per mettere il cliente a proprio agio prima dell’acquisto.

Ti è mai capitato di essere sottovalutata sul posto di lavoro perché giovane e donna? 

Troppo spesso nel mondo del lavoro mi sono sentita dire che sono ‘’giovane’’, addirittura qualcuno ogni tanto ha esordito chiedendomi se fossi in stage (io lo prendo come un complimento ovviamente 😉). Credo che l’Italia sotto questo punto di vista abbia una mentalità un pò arretrata. Valuta il professionista solo sulla base del suo grado di seniority e non sulle sue reali capacità. Io credo che non si finisca mai di imparare e che i giovani abbiamo molto da insegnare, anche a chi ha più esperienza di loro. Come donna invece penso cambi molto da settore a settore. In tante situazioni non sento alcun gap di genere, mentre ogni tanto in cantiere faccio fatica a farmi prendere seriamente dagli operai. Per fortuna sono una ragazza determinata e alla fine so farmi ascoltare sempre.

Hai mai sentito il peso della società nel raggiungimento dei tuoi obiettivi lavorativi o familiari?

Spesso e volentieri i Social ci propongono una realtà distorta che ci fa apparire gli altri come più ricchi, più belli e più di successo. Io ho imparato che non bisogna mai paragonarsi a nessuno. Ognuno ha il suo percorso, che non è mai una linea retta, a volte si fanno mille giri prima di capire cosa si vuole veramente fare della propria vita. Io mi reputo fortunata ad aver trovato subito la mia strada, ma non c’è nulla di male nel prendersi un pò di tempo per cercarla. Anche sulla questione figli credo sia importante ascoltare il proprio corpo, non esiste un tempo giusto o sbagliato, ovviamente all’interno delle possibilità biologiche della donna. Non conosco il mio futuro, ma in linea di massima mi piacerebbe avere figli ancora giovane per essere sicura di crescerli con l’energia che ho adesso.

Una frase che ti rappresenta?

Un’espressione inglese che sento molto mia è: Never give up. Non mollare mai, anzi, quando le cose vanno male, bisogna rimboccarsi le maniche.

Francesca Alessio – Fondatrice di Kintsugi Tea & Cakes, una deliziosa sala da tè in via Monte di Pietà 17, nel cuore di Torino. Il nome rende omaggio all’antica arte giapponese del Kintsugi, che consiste nel donare nuova vita alle ceramiche rotte, rinsaldando i cocci con l’oro. Non si tratta solamente di riciclo creativo, ma di una metafora che ci insegna a trasformare le nostre fragilità in punti di forza. Scommettendo sul suo sogno, la giovanissima Francesca è riuscita a ricreare un luogo dove lasciarsi alle spalle la frenesia della vita e godersi una pausa dolcissima. Qui si possono sorseggiare tè da tutto il mondo, dal famosissimo tè verde al matcha a quello che cambia colore con l’introduzione di una fialetta di yuzu (agrume giapponese), e gustare squisiti dolcetti fusion che sono il frutto della sua creatività.

Qual è stato il percorso che ti ha portata fino a qui?

In realtà è accaduto tutto un po’ per caso. Sono nata e cresciuta in Valle d’Aosta, finché, nel 2015, non ho fatto di Torino la mia casa.  Mi sono trasferita qui per sostenere la scelta del mio fidanzato di aprire un ristorante giapponese, per il quale mi occupavo della preparazione dei dolci. Ho sperimentato tanto e così, giorno dopo giorno, mi sono appassionata sempre di più all’Asia in generale e al Giappone. Nutro da sempre un grande amore per il tè, perciò, quando sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un corso da sommelier di tè, mi sono buttata a capofitto anche in quell’esperienza. Dall’unione di queste due grandi passioni, i dolci di ispirazione giapponese e il mondo dei tè, nel 2018 è nato Kintsugi Tea & Cakes.

È stato complicato passare dall’idea alla realizzazione?

Non posso negare che la realizzazione sia stata piuttosto lenta, e per nulla priva di difficoltà; due lunghi anni in cui ho dovuto trovare il locale giusto, conquistarmi la fiducia delle persone, cercare l’appoggio di una banca e così via. Sicuramente tante volte sono stata sottovalutata perché donna e molto giovane, ma me ne sono sempre fregata.  Non sono mai cambiata per compiacere gli altri, non ho mai nascosto i miei piercing e i miei tatuaggi per farmi prendere più seriamente dalle persone. Credo fermamente che sei una persona intelligente prima o poi le persone lo capiscono, a prescindere da come appari o dai loro pregiudizi.

Una frase che ti rappresenta?

Cadi sette volte, rialzati otto.

Words: Giorgia Ribaldone

Illustrations:  Lucrezia Frola

Layout: Sara Zampirollo

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Self-made people

Parte 1

Self-made people è una rubrica dedicata a tutte quelle persone che, con una buona dose di coraggio e un pizzico di fortuna, sono riuscite a trasformare le loro passioni in lavoro, il tutto non senza fatica e sacrificio. Uno spazio che vuol essere il contenitore di diverse esperienze lavorative e di vita per valorizzare l’unicità di ogni percorso. Grazie infinite a Rachele, Mariarosaria e Francesca, tre donne meravigliose che si sono raccontate a No Name senza nascondere fragilità e punti di forza, successi e fallimenti.

Illustrazione di tre ragazze, protagoniste dell'intervista

Rachele Sangiuliano, per gli amici Racu, è un’ex giocatrice della Nazionale Italiana di pallavolo, medaglia d’oro al campionato mondiale di pallavolo del 2002. A nove anni dal termine della sua carriera nel volley femminile, Racu è riuscita a reinventarsi nel mondo dello sport, senza mai abbandonare il suo spirito da guerriera. Oggi è una runner appassionata, lavora per una società di marketing e comunicazione sportiva e accompagna gli atleti al fine carriera.

Quando hai capito che la tua passione per la pallavolo sarebbe diventata un lavoro vero e proprio?

Alla fine della terza media, quando ho iniziato a partecipare ai campionati di pallavolo i ritmi degli allenamenti si sono intensificati fino a raggiungere una cadenza giornaliera. Non riuscivo più ad andare in gita scolastica o fare le vacanze. In quegli anni la mia vita  è cambiata completamente: è arrivato un ritorno economico e, alla fine della prima superiore, ho ricevuto la mia prima convocazione alla nazionale. Lo sport mi ha catapultata fin da piccola in una dimensione più grande di me e sono dovuta crescere in fretta. Mia madre dice che non sono mai stata una ragazzina.

Cosa ti ha insegnato questo sport?

Sicuramente la disciplina, la capacità di adattamento e il saper lavorare in squadra. Ricoprendo il ruolo del palleggiatore, una delle mie più grandi sfide era di capire quale giocatore valorizzare in un momento e quale in un altro. Le medaglie sono senza dubbio una soddisfazione immensa, ma alla fine quel che conta davvero sono le esperienze che ti porti dentro. Il mondo dell’agonismo è emotivamente stancante, costellato di alti e bassi, ma sono proprio questi ultimi che ti forgiano.

Una frase che ti rappresenta?

Il mio motto è: affronta ogni cosa con il sorriso. Tutti prima o poi ci troviamo a fronteggiare periodi di difficoltà, la differenza però sta nel modo in cui decidiamo di affrontarli, e un sorriso a volte cambia tutto.

Mariarosaria Losco, esperta in fashion retail e wholesale, windows e pop-up store a livello globale. A meno di 30 anni, Mariarosaria ha già lavorato per Karl Lagerfeld ad Amsterdam e per Loewe (brand del gruppo LVMH) a Madrid. Qualche anno fa è  tornata in Italia, un pò per amore e un pò mettersi in gioco su progetti più piccoli, fondando la sua società multiservice M LOSCO Design che offre consulenze a numerose aziende di moda, tra cui Aspesi.

Di cosa ti occupi nel tuo lavoro?

Creo spazi accoglienti, spazi che ti fanno stare bene quando entri. Nel mondo del Retail infatti si cerca sempre di ricreare la sensazione di casa all’interno di ogni negozio; gli store di lusso addirittura hanno una zona Lobby pensata per mettere il cliente a proprio agio prima dell’acquisto.

Ti è mai capitato di essere sottovalutata sul posto di lavoro perché giovane e donna? 

Troppo spesso nel mondo del lavoro mi sono sentita dire che sono ‘’giovane’’, addirittura qualcuno ogni tanto ha esordito chiedendomi se fossi in stage (io lo prendo come un complimento ovviamente 😉). Credo che l’Italia sotto questo punto di vista abbia una mentalità un pò arretrata. Valuta il professionista solo sulla base del suo grado di seniority e non sulle sue reali capacità. Io credo che non si finisca mai di imparare e che i giovani abbiamo molto da insegnare, anche a chi ha più esperienza di loro. Come donna invece penso cambi molto da settore a settore. In tante situazioni non sento alcun gap di genere, mentre ogni tanto in cantiere faccio fatica a farmi prendere seriamente dagli operai. Per fortuna sono una ragazza determinata e alla fine so farmi ascoltare sempre.

Hai mai sentito il peso della società nel raggiungimento dei tuoi obiettivi lavorativi o familiari?

Spesso e volentieri i Social ci propongono una realtà distorta che ci fa apparire gli altri come più ricchi, più belli e più di successo. Io ho imparato che non bisogna mai paragonarsi a nessuno. Ognuno ha il suo percorso, che non è mai una linea retta, a volte si fanno mille giri prima di capire cosa si vuole veramente fare della propria vita. Io mi reputo fortunata ad aver trovato subito la mia strada, ma non c’è nulla di male nel prendersi un pò di tempo per cercarla. Anche sulla questione figli credo sia importante ascoltare il proprio corpo, non esiste un tempo giusto o sbagliato, ovviamente all’interno delle possibilità biologiche della donna. Non conosco il mio futuro, ma in linea di massima mi piacerebbe avere figli ancora giovane per essere sicura di crescerli con l’energia che ho adesso.

Una frase che ti rappresenta?

Un’espressione inglese che sento molto mia è: Never give up. Non mollare mai, anzi, quando le cose vanno male, bisogna rimboccarsi le maniche.

Francesca Alessio – Fondatrice di Kintsugi Tea & Cakes, una deliziosa sala da tè in via Monte di Pietà 17, nel cuore di Torino. Il nome rende omaggio all’antica arte giapponese del Kintsugi, che consiste nel donare nuova vita alle ceramiche rotte, rinsaldando i cocci con l’oro. Non si tratta solamente di riciclo creativo, ma di una metafora che ci insegna a trasformare le nostre fragilità in punti di forza. Scommettendo sul suo sogno, la giovanissima Francesca è riuscita a ricreare un luogo dove lasciarsi alle spalle la frenesia della vita e godersi una pausa dolcissima. Qui si possono sorseggiare tè da tutto il mondo, dal famosissimo tè verde al matcha a quello che cambia colore con l’introduzione di una fialetta di yuzu (agrume giapponese), e gustare squisiti dolcetti fusion che sono il frutto della sua creatività.

Qual è stato il percorso che ti ha portata fino a qui?

In realtà è accaduto tutto un po’ per caso. Sono nata e cresciuta in Valle d’Aosta, finché, nel 2015, non ho fatto di Torino la mia casa.  Mi sono trasferita qui per sostenere la scelta del mio fidanzato di aprire un ristorante giapponese, per il quale mi occupavo della preparazione dei dolci. Ho sperimentato tanto e così, giorno dopo giorno, mi sono appassionata sempre di più all’Asia in generale e al Giappone. Nutro da sempre un grande amore per il tè, perciò, quando sono venuta a conoscenza dell’esistenza di un corso da sommelier di tè, mi sono buttata a capofitto anche in quell’esperienza. Dall’unione di queste due grandi passioni, i dolci di ispirazione giapponese e il mondo dei tè, nel 2018 è nato Kintsugi Tea & Cakes.

È stato complicato passare dall’idea alla realizzazione?

Non posso negare che la realizzazione sia stata piuttosto lenta, e per nulla priva di difficoltà; due lunghi anni in cui ho dovuto trovare il locale giusto, conquistarmi la fiducia delle persone, cercare l’appoggio di una banca e così via. Sicuramente tante volte sono stata sottovalutata perché donna e molto giovane, ma me ne sono sempre fregata.  Non sono mai cambiata per compiacere gli altri, non ho mai nascosto i miei piercing e i miei tatuaggi per farmi prendere più seriamente dalle persone. Credo fermamente che sei una persona intelligente prima o poi le persone lo capiscono, a prescindere da come appari o dai loro pregiudizi.

Una frase che ti rappresenta?

Cadi sette volte, rialzati otto.

Io e Te+_poliamore_collage_Nonamemagazine

Words: Giorgia Ribaldone

Illustrations:  Lucrezia Frola

Layout: Sara Zampirollo

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