loader image
Seleziona una pagina

Micol Ronchi

La reginetta nerd di Playboy

Illustrazione-Micol-Ronchi

«Mi contraddico, forse? Ebbene mi contraddico (sono vasto, contengo moltitudini) …»

Non credo esista aforisma più appropriato di quello di Walt Whitman per aprire questo articolo su Micol Ronchi: modella, attrice, ex coniglietta di playboy, conduttrice radiofonica (ora su radiobau), opinionista su TV8 e 7Gold, penna per numerose testate, fotografa, ma soprattutto donna.  

Micol è mamma di due quadrupedi adottati, grande appassionata di libri e di makeup, per hobby realizza candele profumate fatte in casa, è campionessa olimpica di ‘’fine settimana sul divano’’ e cucina discretamente. Cresciuta a pane, manga e anime, la nostra ospite si definisce una nerd che ama il racconto in tutte le sue meravigliose ed incongrue declinazioni. Vittima inconscia delle pressioni sociali che gravano sulle donne, anche la bellissima Micol vive il timore di non essere mai abbastanza. Una paura che spesso e volentieri si concretizza nell’autosabotaggio, erroneamente confuso con incostanza, altro non è che l’espressione di una comunissima insicurezza. Molte idee mozzafiato sono perciò state abbandonate in corso d’opera a causa di quell’odiosa vocina nella testa che le ripete: ‘’not enough’’. Ma non temete amici lettori, la nostra paladina non è di certo una donna che accetta passivamente la vita, per questo Micol ha trovato nel live streaming uno stimolo per mettere a tacere la sfiducia, rivelandoci che Twitch rappresenta il suo esercizio di assiduità.

Questo è solo un breve estratto delle moltitudini che la cara Micol Ronchi ci racconta mentre si ripassa lo smalto color prugna, continuate a leggere per scoprire le altre!

Micol-Ronchi-tabù-noname-magazine

Parlaci di quando hai cominciato a fare i primi passi nel mondo dello spettacolo. Com’è iniziato tutto quanto?

Avevo 19 anni e bisogno di soldi, ma soprattutto di conferme. Così, invece di andare a fare la commessa come tante mie coetanee ho iniziato la carriera di modella. Oggi nella moda assistiamo ad un lento ma radicale fenomeno di abbandono dei classici canoni di bellezza, ma vi assicuro che, negli anni del mio esordio, un’altezza modesta come la mia era un problema. Per fortuna però avevo un gran bel visino, quello mi ha sempre salvata. Venni ingaggiata da un’agenzia di Milano ed iniziai i miei primi lavori: cataloghi, cataloghetti, scatti come manista e piedista. Sì, per chi non lo sapesse, esistono anche lavori come modella di solo mani e/o piedi e nel mio curriculum non potevano mancare.

La tua carriera ha avuto un twist importante nel 2009 grazie all’esperienza come playmate per Playboy Italia. Ambivi a diventare coniglietta o ti è capitato?

Ho semplicemente colto una grande possibilità che aveva incrociato la mia strada. Forse vi farà sorridere, ma devo il mio successo al casting alle extension che indossavo in quel periodo. Probabilmente era destino, la produzione stava cercando una playmate per un editoriale sull’Italia ed io rappresentavo il prototipo di donna mediterranea perfetta: una ragazza formosa dalla folta chioma scura.

Come hai vissuto il tuo ruolo di coniglietta? Sei mai stata vittima di pregiudizi per questa scelta?

Personalmente l’ho sempre vissuto con grande libertà e orgoglio, anzi, credo che il coniglio sia il mio animale totemico e che Playboy fosse scritto nel mio destino. Per quanto riguarda le altre persone dipende: avendo un atteggiamento in contrasto con i soliti preconcetti sulle playmate, a lavoro non ho mai avuto problemi, mentre nella vita privata credo di essere stata maledetta come strega da bruciare al rogo dalle mamme di un paio di ex. Banalmente anche nel baretto sotto casa mi è capitato di ricevere le occhiatacce di qualche sciura milanese. La cosa però non mi tocca, non do peso alle parole dei mediocri. Citando una grande verità del film ‘’Il Marchese del Grillo’’ di Mario Monicelli: ‘’Io sono io e voi non siete veramente un cazzo’’.

Se tornassi indietro lo rifaresti?

No, non sono una di quelle persone che solo per fare la figa risponde ‘’rifarei ogni cosa, anche gli errori, perché mi hanno portato ad essere quella che sono oggi’’. La verità è che se potessi tornare indietro non ripeterei quasi nessuna scelta fatta, anzi credo continuerei la carriera di diplomatica. 

Qual è la difficoltà più grande di una donna dello spettacolo?

Contrariamente a quanto si possa pensare, nel mondo dello spettacolo, ad alti livelli, i cachet uomo-donna sono abbastanza equiparati. Il vero problema non è economico, ma di percezione. Essere una donna poliedrica non è visto di buon occhio in questo ambiente perché finisci per risultare solo confusa. La creatività di una donna non è rispettata come quella di un uomo.

La bellezza per una donna è un’arma a doppio taglio. Ti è mai successo di ricevere avances inopportune in un contesto lavorativo?

Purtroppo sono cose che capitano in questo ambiente come in tanti altri. Oltre a qualche battuta di cattivo gusto, quelle non mancano mai, agli inizi della mia carriera ho subito una molestia da parte di un fotografo durante il fitting per un editoriale sulla moda erotica. Si trattava di una grande testata di moda e  lo shooting di per sé era una vera figata, c’erano capi di brand giapponesi molto estrosi, tutine in latex e kimoni in seta, tutto bellissimo fino al fattaccio. Ancora non mi spiego come mai la Micol di allora non abbia reagito, probabilmente ero sopraffatta da un mix di paura, sorpresa, ed ingenuità. Oggi sicuramente con la prontezza di una donna e non di una ragazzina agirei diversamente.

P.S.
È un episodio che non ho mai raccontato pubblicamente, perchè non mi era mai stato chiesto prima. 

Da persona curiosa hai approfondito e scritto di numerose parafilie, parlaci della tua esperienza con i Money Slaves.

Tutto il mondo delle parafilie è estremamente curioso. In particolare, in un recente articolo per Mow Magazine, ho raccontato la mia esperienza con i Money Slaves: persone che si eccitano all’idea di essere il bancomat umano di qualcun altro. Attenzione, non stiamo parlando di prostituzione, ma di pagare per il gusto di pagare, senza pretendere nulla in cambio. Il sogno di chiunque direte voi. Eppure, di tutte le testimonianze raccolte, tra i miei conoscenti e gli amici del web, non una che abbia ammesso di averle accettate. Così, quando il destino mi ha messo alla prova, ho sentito l’obbligo morale di andare avanti per capire meglio di cosa si trattasse. Le mie conclusioni? Ho compreso che non fa per me… però ho 95 euro in più sul conto!

Una frase che ti rappresenta?

‘’Le persone che si desiderano dovrebbero aversi’’, tratto dal libro “La campana non suona per te” di Bukowski. Mi piace perchè è un’assoluta verità, le persone che si desiderano dovrebbero aversi sempre, ma spesso non hanno il coraggio di scegliersi.

Micol Ronchi

La reginetta nerd di Playboy

Illustrazione-Micol-Ronchi

«Mi contraddico, forse? Ebbene mi contraddico (sono vasto, contengo moltitudini) …»

Non credo esista aforisma più appropriato di quello di Walt Whitman per aprire questo articolo su Micol Ronchi: modella, attrice, ex coniglietta di playboy, conduttrice radiofonica (ora su radiobau), opinionista su TV8 e 7Gold, penna per numerose testate, fotografa, ma soprattutto donna.  

Micol è mamma di due quadrupedi adottati, grande appassionata di libri e di makeup, per hobby realizza candele profumate fatte in casa, è campionessa olimpica di ‘’fine settimana sul divano’’ e cucina discretamente. Cresciuta a pane, manga e anime, la nostra ospite si definisce una nerd che ama il racconto in tutte le sue meravigliose ed incongrue declinazioni. Vittima inconscia delle pressioni sociali che gravano sulle donne, anche la bellissima Micol vive il timore di non essere mai abbastanza. Una paura che spesso e volentieri si concretizza nell’autosabotaggio, erroneamente confuso con incostanza, altro non è che l’espressione di una comunissima insicurezza. Molte idee mozzafiato sono perciò state abbandonate in corso d’opera a causa di quell’odiosa vocina nella testa che le ripete: ‘’not enough’’. Ma non temete amici lettori, la nostra paladina non è di certo una donna che accetta passivamente la vita, per questo Micol ha trovato nel live streaming uno stimolo per mettere a tacere la sfiducia, rivelandoci che Twitch rappresenta il suo esercizio di assiduità.

Questo è solo un breve estratto delle moltitudini che la cara Micol Ronchi ci racconta mentre si ripassa lo smalto color prugna, continuate a leggere per scoprire le altre!

Parlaci di quando hai cominciato a fare i primi passi nel mondo dello spettacolo. Com’è iniziato tutto quanto?

Avevo 19 anni e bisogno di soldi, ma soprattutto di conferme. Così, invece di andare a fare la commessa come tante mie coetanee ho iniziato la carriera di modella. Oggi nella moda assistiamo ad un lento ma radicale fenomeno di abbandono dei classici canoni di bellezza, ma vi assicuro che, negli anni del mio esordio, un’altezza modesta come la mia era un problema. Per fortuna però avevo un gran bel visino, quello mi ha sempre salvata. Venni ingaggiata da un’agenzia di Milano ed iniziai i miei primi lavori: cataloghi, cataloghetti, scatti come manista e piedista. Sì, per chi non lo sapesse, esistono anche lavori come modella di solo mani e/o piedi e nel mio curriculum non potevano mancare.

La tua carriera ha avuto un twist importante nel 2009 grazie all’esperienza come playmate per Playboy Italia. Ambivi a diventare coniglietta o ti è capitato?

Ho semplicemente colto una grande possibilità che aveva incrociato la mia strada. Forse vi farà sorridere, ma devo il mio successo al casting alle extension che indossavo in quel periodo. Probabilmente era destino, la produzione stava cercando una playmate per un editoriale sull’Italia ed io rappresentavo il prototipo di donna mediterranea perfetta: una ragazza formosa dalla folta chioma scura.

Come hai vissuto il tuo ruolo di coniglietta? Sei mai stata vittima di pregiudizi per questa scelta?

Personalmente l’ho sempre vissuto con grande libertà e orgoglio, anzi, credo che il coniglio sia il mio animale totemico e che Playboy fosse scritto nel mio destino. Per quanto riguarda le altre persone dipende: avendo un atteggiamento in contrasto con i soliti preconcetti sulle playmate, a lavoro non ho mai avuto problemi, mentre nella vita privata credo di essere stata maledetta come strega da bruciare al rogo dalle mamme di un paio di ex. Banalmente anche nel baretto sotto casa mi è capitato di ricevere le occhiatacce di qualche sciura milanese. La cosa però non mi tocca, non do peso alle parole dei mediocri. Citando una grande verità del film ‘’Il Marchese del Grillo’’ di Mario Monicelli: ‘’Io sono io e voi non siete veramente un cazzo’’.

Se tornassi indietro lo rifaresti?

No, non sono una di quelle persone che solo per fare la figa risponde ‘’rifarei ogni cosa, anche gli errori, perché mi hanno portato ad essere quella che sono oggi’’. La verità è che se potessi tornare indietro non ripeterei quasi nessuna scelta fatta, anzi credo continuerei la carriera di diplomatica. 

Qual è la difficoltà più grande di una donna dello spettacolo?

Contrariamente a quanto si possa pensare, nel mondo dello spettacolo, ad alti livelli, i cachet uomo-donna sono abbastanza equiparati. Il vero problema non è economico, ma di percezione. Essere una donna poliedrica non è visto di buon occhio in questo ambiente perché finisci per risultare solo confusa. La creatività di una donna non è rispettata come quella di un uomo.

La bellezza per una donna è un’arma a doppio taglio. Ti è mai successo di ricevere avances inopportune in un contesto lavorativo?

Purtroppo sono cose che capitano in questo ambiente come in tanti altri. Oltre a qualche battuta di cattivo gusto, quelle non mancano mai, agli inizi della mia carriera ho subito una molestia da parte di un fotografo durante il fitting per un editoriale sulla moda erotica. Si trattava di una grande testata di moda e  lo shooting di per sé era una vera figata, c’erano capi di brand giapponesi molto estrosi, tutine in latex e kimoni in seta, tutto bellissimo fino al fattaccio. Ancora non mi spiego come mai la Micol di allora non abbia reagito, probabilmente ero sopraffatta da un mix di paura, sorpresa, ed ingenuità. Oggi sicuramente con la prontezza di una donna e non di una ragazzina agirei diversamente.

P.S.
È un episodio che non ho mai raccontato pubblicamente, perchè non mi era mai stato chiesto prima. 

Da persona curiosa hai approfondito e scritto di numerose parafilie, parlaci della tua esperienza con i Money Slaves.

Tutto il mondo delle parafilie è estremamente curioso. In particolare, in un recente articolo per Mow Magazine, ho raccontato la mia esperienza con i Money Slaves: persone che si eccitano all’idea di essere il bancomat umano di qualcun altro. Attenzione, non stiamo parlando di prostituzione, ma di pagare per il gusto di pagare, senza pretendere nulla in cambio. Il sogno di chiunque direte voi. Eppure, di tutte le testimonianze raccolte, tra i miei conoscenti e gli amici del web, non una che abbia ammesso di averle accettate. Così, quando il destino mi ha messo alla prova, ho sentito l’obbligo morale di andare avanti per capire meglio di cosa si trattasse. Le mie conclusioni? Ho compreso che non fa per me… però ho 95 euro in più sul conto!

Una frase che ti rappresenta?

‘’Le persone che si desiderano dovrebbero aversi’’, tratto dal libro “La campana non suona per te” di Bukowski. Mi piace perchè è un’assoluta verità, le persone che si desiderano dovrebbero aversi sempre, ma spesso non hanno il coraggio di scegliersi.

Micol Ronchi

La reginetta nerd di Playboy

Illustrazione-Micol-Ronchi

«Mi contraddico, forse? Ebbene mi contraddico (sono vasto, contengo moltitudini) …»

Non credo esista aforisma più appropriato di quello di Walt Whitman per aprire questo articolo su Micol Ronchi: modella, attrice, ex coniglietta di playboy, conduttrice radiofonica (ora su radiobau), opinionista su TV8 e 7Gold, penna per numerose testate, fotografa, ma soprattutto donna.  

Micol è mamma di due quadrupedi adottati, grande appassionata di libri e di makeup, per hobby realizza candele profumate fatte in casa, è campionessa olimpica di ‘’fine settimana sul divano’’ e cucina discretamente. Cresciuta a pane, manga e anime, la nostra ospite si definisce una nerd che ama il racconto in tutte le sue meravigliose ed incongrue declinazioni. Vittima inconscia delle pressioni sociali che gravano sulle donne, anche la bellissima Micol vive il timore di non essere mai abbastanza. Una paura che spesso e volentieri si concretizza nell’autosabotaggio, erroneamente confuso con incostanza, altro non è che l’espressione di una comunissima insicurezza. Molte idee mozzafiato sono perciò state abbandonate in corso d’opera a causa di quell’odiosa vocina nella testa che le ripete: ‘’not enough’’. Ma non temete amici lettori, la nostra paladina non è di certo una donna che accetta passivamente la vita, per questo Micol ha trovato nel live streaming uno stimolo per mettere a tacere la sfiducia, rivelandoci che Twitch rappresenta il suo esercizio di assiduità.

Questo è solo un breve estratto delle moltitudini che la cara Micol Ronchi ci racconta mentre si ripassa lo smalto color prugna, continuate a leggere per scoprire le altre!

Parlaci di quando hai cominciato a fare i primi passi nel mondo dello spettacolo. Com’è iniziato tutto quanto?

Avevo 19 anni e bisogno di soldi, ma soprattutto di conferme. Così, invece di andare a fare la commessa come tante mie coetanee ho iniziato la carriera di modella. Oggi nella moda assistiamo ad un lento ma radicale fenomeno di abbandono dei classici canoni di bellezza, ma vi assicuro che, negli anni del mio esordio, un’altezza modesta come la mia era un problema. Per fortuna però avevo un gran bel visino, quello mi ha sempre salvata. Venni ingaggiata da un’agenzia di Milano ed iniziai i miei primi lavori: cataloghi, cataloghetti, scatti come manista e piedista. Sì, per chi non lo sapesse, esistono anche lavori come modella di solo mani e/o piedi e nel mio curriculum non potevano mancare.

La tua carriera ha avuto un twist importante nel 2009 grazie all’esperienza come playmate per Playboy Italia. Ambivi a diventare coniglietta o ti è capitato?

Ho semplicemente colto una grande possibilità che aveva incrociato la mia strada. Forse vi farà sorridere, ma devo il mio successo al casting alle extension che indossavo in quel periodo. Probabilmente era destino, la produzione stava cercando una playmate per un editoriale sull’Italia ed io rappresentavo il prototipo di donna mediterranea perfetta: una ragazza formosa dalla folta chioma scura.

Come hai vissuto il tuo ruolo di coniglietta? Sei mai stata vittima di pregiudizi per questa scelta?

Personalmente l’ho sempre vissuto con grande libertà e orgoglio, anzi, credo che il coniglio sia il mio animale totemico e che Playboy fosse scritto nel mio destino. Per quanto riguarda le altre persone dipende: avendo un atteggiamento in contrasto con i soliti preconcetti sulle playmate, a lavoro non ho mai avuto problemi, mentre nella vita privata credo di essere stata maledetta come strega da bruciare al rogo dalle mamme di un paio di ex. Banalmente anche nel baretto sotto casa mi è capitato di ricevere le occhiatacce di qualche sciura milanese. La cosa però non mi tocca, non do peso alle parole dei mediocri. Citando una grande verità del film ‘’Il Marchese del Grillo’’ di Mario Monicelli: ‘’Io sono io e voi non siete veramente un cazzo’’.

Se tornassi indietro lo rifaresti?

No, non sono una di quelle persone che solo per fare la figa risponde ‘’rifarei ogni cosa, anche gli errori, perché mi hanno portato ad essere quella che sono oggi’’. La verità è che se potessi tornare indietro non ripeterei quasi nessuna scelta fatta, anzi credo continuerei la carriera di diplomatica. 

Qual è la difficoltà più grande di una donna dello spettacolo?

Contrariamente a quanto si possa pensare, nel mondo dello spettacolo, ad alti livelli, i cachet uomo-donna sono abbastanza equiparati. Il vero problema non è economico, ma di percezione. Essere una donna poliedrica non è visto di buon occhio in questo ambiente perché finisci per risultare solo confusa. La creatività di una donna non è rispettata come quella di un uomo.

La bellezza per una donna è un’arma a doppio taglio. Ti è mai successo di ricevere avances inopportune in un contesto lavorativo?

Purtroppo sono cose che capitano in questo ambiente come in tanti altri. Oltre a qualche battuta di cattivo gusto, quelle non mancano mai, agli inizi della mia carriera ho subito una molestia da parte di un fotografo durante il fitting per un editoriale sulla moda erotica. Si trattava di una grande testata di moda e  lo shooting di per sé era una vera figata, c’erano capi di brand giapponesi molto estrosi, tutine in latex e kimoni in seta, tutto bellissimo fino al fattaccio. Ancora non mi spiego come mai la Micol di allora non abbia reagito, probabilmente ero sopraffatta da un mix di paura, sorpresa, ed ingenuità. Oggi sicuramente con la prontezza di una donna e non di una ragazzina agirei diversamente.

P.S.
È un episodio che non ho mai raccontato pubblicamente, perchè non mi era mai stato chiesto prima. 

Da persona curiosa hai approfondito e scritto di numerose parafilie, parlaci della tua esperienza con i Money Slaves.

Tutto il mondo delle parafilie è estremamente curioso. In particolare, in un recente articolo per Mow Magazine, ho raccontato la mia esperienza con i Money Slaves: persone che si eccitano all’idea di essere il bancomat umano di qualcun altro. Attenzione, non stiamo parlando di prostituzione, ma di pagare per il gusto di pagare, senza pretendere nulla in cambio. Il sogno di chiunque direte voi. Eppure, di tutte le testimonianze raccolte, tra i miei conoscenti e gli amici del web, non una che abbia ammesso di averle accettate. Così, quando il destino mi ha messo alla prova, ho sentito l’obbligo morale di andare avanti per capire meglio di cosa si trattasse. Le mie conclusioni? Ho compreso che non fa per me… però ho 95 euro in più sul conto!

Una frase che ti rappresenta?

‘’Le persone che si desiderano dovrebbero aversi’’, tratto dal libro “La campana non suona per te” di Bukowski. Mi piace perchè è un’assoluta verità, le persone che si desiderano dovrebbero aversi sempre, ma spesso non hanno il coraggio di scegliersi.