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La pansessualità

Intervista con l’autore di Saetta Rossa

Sono venuta a conoscenza della pansessualità solo nel 2020, grazie ad Ola, personaggio femminile dell’ormai famosa serie britannica originaria Netflix: Sex Education. Qui finalmente il tabù del sesso, quello vero, fatto di stranezze e problemi, diventa il focus di una programmazione mainstream. In particolare, la nostra Ola si scopre pansessuale nel mezzo del suo percorso di esplorazione e scoperta della sessualità. Ola è attratta (emotivamente, romanticamente e/o sessualmente) dalla personalità, a prescindere dal genere. E’ proprio questa la definizione di pansessualità. Una parola che mi ha incuriosita fin da subito, un termine che trasmette calma, vitalità e pienezza. Sensazioni giustificate dall’etimologia della parola in sé; “pan’’ in greco, infatti, significa “tutto”.

Lo stesso accade in Saetta Rossa, il graphic novel italiano di Marco B. Bucci e Riccardo Atzeni. Qui il protagonista, Samuel, costretto a ricostruire la sua identità all’interno di un futuro a metà tra utopia e distopia, si scopre attratto da un essere umano, come lui, che però si sente e si presenta come un dilofosauro. In Saetta Rossa il concetto di pansessualità è portato all’estremo proprio per trasmettere la filosofia cardine di questo orientamento: oltre al genere.

Ed è con questo messaggio, “oltre a genere’’, che voglio lasciarvi alla bellissima intervista di Marco, l’autore del fumetto, che vi guiderà in un viaggio alla ricerca della libertà d’espressione, di scelta e d’identità (di genere ma non solo).

Illustrazione di tre ragazze, protagoniste dell'intervista

Qual è la differenza tra pansessualità e bisessualità?

Tutte le terminologie di questo tipo hanno una storia e un’evoluzione. Parliamo di parole che non smettono mai di aggiornarsi e che si adattano spesso al tempo nel quale vengono utilizzate. Credo che la pansessualità oggi indichi semplicemente un’attrazione, di qualunque tipo, verso una persona a prescindere da genere e identità di genere. La bisessualità include i generi e le identità di genere come fattori che incidono sull’attrazione verso un altro individuo. La pansessualità prescinde da questi fattori. Anzi, prescinde da qualsivoglia fattore. 

Quando nasce il concetto di pansessualità’’?

Nonostante ci siano riferimenti storici all’idea o alla definizione di Pansessualità mi piace per affetto citare Mario Mieli, che nel 1977 attraverso il suo Elementi di critica omosessuale anticipa già molto di quello che sarebbe poi stato detto sull’argomento. È una lettura che disseziona molte idee convenzionali, e le espone al lettore dell’epoca con una lucidità incredibile.

Credo che dare un nome alle varie tipologie di attrazione – per quanto rare o inconsuete –  aiuti le persone a riconoscersi e a trovarsi. Anzi, forse aiuta maggiormente proprio le persone che provano attrazioni non convenzionali. Trovare un nome a ogni attrazione aiuta a capire, a conoscere. Lo scopo non è incasellare o tracciare confini e barriere. Non esiste alcuna pretesa, da parte di chi usa questi termini, di creare una tassonomia delle relazioni.

Se da ragazzino avessi scoperto l’esistenza di questo termine e mi fossi riconosciuto in esso il mio percorso di crescita sarebbe stato diverso? Forse. O forse mi sarei semplicemente sentito meno solo.

Come hai scoperto di essere pansessuale?

Da ragazzo credevo di essere bisessuale, dopotutto mi ero fidanzato con ragazzi e ragazze. Poi ho vissuto per molto tempo con l’idea di essere semplicemente una persona omosessuale che aveva avuto esperienze variegate. Infine ho conosciuto una persona transgender non binaria che mi ha fatto rimettere tutto in discussione.

Perché la pansessualità viene comunemente associata allo stereotipo di persona confusa che esercita rapporti promiscui?

La cosiddetta “promiscuità” è negli occhi di chi la osserva. Perché dovrebbe essere un problema il numero di persone con cui si condivide l’intimità, fintanto che si tutela salute e rispetto – di sé e dell’altra persona? Essere pansessuale non vuol dire essere attratti verso ogni essere umano. E in ogni caso l’attrazione non coincide con il desiderio sessuale. La costruzione della parola, purtroppo, non ci viene in aiuto. Soprattutto in Italia, dove definizioni più specifiche come “panromantico” non sono ancora molto in uso.

“Saetta Rossa’’ è un chiaro richiamo a David Bowie. Come mai proprio lui?

In un solo individuo c’è l’essenza stessa della trasformazione. In lui sono nati (e morti) diversi personaggi che hanno segnato non solo la sua musica, ma anche il suo corpo. Mentirei se non dicessi chiaramente che per me è stato un modello ideale, impossibile da eguagliare eppure vivido per sempre nel mio immaginario. 

E poi in casa mia si ascoltava quello ogni giorno, grazie ai miei genitori. Ci sono cresciuto con le sue canzoni.

Cos’è per te la libertà? Pensi che la raggiungeremo mai?

La libertà è qualcosa che ha a che fare con me, la mia autodeterminazione e l’appagamento dei miei desideri, ma che non può prescindere dalla giustizia sociale. L’utilità degli altri è anche la mia. Mills e Rawls, tanto per intenderci. 

Chi è vissuto cinque secoli fa difficilmente avrebbe potuto immaginarsi la società di oggi. I progressi che costituiscono la nostra quotidianità avrebbero destato meraviglia e paura. Pertanto, credo che nel fumetto avremmo potuto spingerci ben oltre, se avessimo voluto. Ma in fondo a me e Riccardo non interessava prevedere il futuro (e come avremmo potuto?), ma parlare del nostro rapporto con esso. 

Ci sono affinità tra il Metaverso e la società del futuro di Saetta Rossa?

Beh, in generale abbiamo sostanzialmente portato alle estreme conseguenze l’IoT e i social network. Nel governo mondiale di Saetta Rossa, una AI supporta le decisioni tramite un algoritmo addestrato dai dati raccolti da ogni essere umano. Certo, ci siamo immaginati un mondo in cui molti problemi connaturati a queste tecnologie sono risolti. Sarà questo quello che ci aspetta il futuro? Non lo so, ma so che in ogni caso sarà una sorpresa.

Words: Giorgia Ribaldone,
Marco B. Bucci
Layout: Sara Zampirollo

Saetta Rossa

Autori: Marco B. Bucci, Riccardo Atzeni
Sceneggiatura: Marco B. Bucci
Illustrazioni: Riccardo Atzeni
Guida alla realtà e supervisione alla sceneggiatura: Enrico Buscaroli
Edito da Panini Comics

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Leggi l’articolo precedente: Ghosting

La pansessualità

Intervista all’autore di Saetta Rossa

Sono venuta a conoscenza della pansessualità solo nel 2020, grazie ad Ola, personaggio femminile dell’ormai famosa serie britannica originaria Netflix: Sex Education. Qui finalmente il tabù del sesso, quello vero, fatto di stranezze e problemi, diventa il focus di una programmazione mainstream. In particolare, la nostra Ola si scopre pansessuale nel mezzo del suo percorso di esplorazione e scoperta della sessualità. Ola è attratta (emotivamente, romanticamente e/o sessualmente) dalla personalità, a prescindere dal genere. E’ proprio questa la definizione di pansessualità. Una parola che mi ha incuriosita fin da subito, un termine che trasmette calma, vitalità e pienezza. Sensazioni giustificate dall’etimologia della parola in sé; “pan’’ in greco, infatti, significa “tutto”.

Lo stesso accade in Saetta Rossa, il graphic novel italiano di Marco B. Bucci e Riccardo Atzeni. Qui il protagonista, Samuel, costretto a ricostruire la sua identità all’interno di un futuro a metà tra utopia e distopia, si scopre attratto da un essere umano, come lui, che però si sente e si presenta come un dilofosauro. In Saetta Rossa il concetto di pansessualità è portato all’estremo proprio per trasmettere la filosofia cardine di questo orientamento: oltre al genere.

Ed è con questo messaggio, ‘’oltre a genere’’, che voglio lasciarvi alla bellissima intervista di Marco, l’autore del fumetto, che vi guiderà in un viaggio alla ricerca della libertà d’espressione, di scelta e d’identità (di genere ma non solo).

Illustrazione di tre ragazze, protagoniste dell'intervista

Qual è la differenza tra pansessualità e bisessualità?

Tutte le terminologie di questo tipo hanno una storia e un’evoluzione. Parliamo di parole che non smettono mai di aggiornarsi e che si adattano spesso al tempo nel quale vengono utilizzate. Credo che la pansessualità oggi indichi semplicemente un’attrazione, di qualunque tipo, verso una persona a prescindere da genere e identità di genere. La bisessualità include i generi e le identità di genere come fattori che incidono sull’attrazione verso un altro individuo. La pansessualità prescinde da questi fattori. Anzi, prescinde da qualsivoglia fattore.

Quando nasce il concetto di ‘’pansessualità’’?

Nonostante ci siano riferimenti storici all’idea o alla definizione di Pansessualità mi piace per affetto citare Mario Mieli, che nel 1977 attraverso il suo Elementi di critica omosessuale anticipa già molto di quello che sarebbe poi stato detto sull’argomento. È una lettura che disseziona molte idee convenzionali, e le espone al lettore dell’epoca con una lucidità incredibile.

Credo che dare un nome alle varie tipologie di attrazione – per quanto rare o inconsuete –  aiuti le persone a riconoscersi e a trovarsi. Anzi, forse aiuta maggiormente proprio le persone che provano attrazioni non convenzionali. Trovare un nome a ogni attrazione aiuta a capire, a conoscere. Lo scopo non è incasellare o tracciare confini e barriere. Non esiste alcuna pretesa, da parte di chi usa questi termini, di creare una tassonomia delle relazioni.

Se da ragazzino avessi scoperto l’esistenza di questo termine e mi fossi riconosciuto in esso il mio percorso di crescita sarebbe stato diverso? Forse. O forse mi sarei semplicemente sentito meno solo.

Come hai scoperto di essere pansessuale?

Da ragazzo credevo di essere bisessuale, dopotutto mi ero fidanzato con ragazzi e ragazze. Poi ho vissuto per molto tempo con l’idea di essere semplicemente una persona omosessuale che aveva avuto esperienze variegate. Infine ho conosciuto una persona transgender non binaria che mi ha fatto rimettere tutto in discussione.

Perché la pansessualità viene comunemente associata allo stereotipo di persona confusa che esercita rapporti promiscui?

La cosiddetta “promiscuità” è negli occhi di chi la osserva. Perché dovrebbe essere un problema il numero di persone con cui si condivide l’intimità, fintanto che si tutela salute e rispetto – di sé e dell’altra persona? Essere pansessuale non vuol dire essere attratti verso ogni essere umano. E in ogni caso l’attrazione non coincide con il desiderio sessuale. La costruzione della parola, purtroppo, non ci viene in aiuto. Soprattutto in Italia, dove definizioni più specifiche come “panromantico” non sono ancora molto in uso.

“Saetta Rossa’’ è un chiaro richiamo a David Bowie. Come mai proprio lui?

In un solo individuo c’è l’essenza stessa della trasformazione. In lui sono nati (e morti) diversi personaggi che hanno segnato non solo la sua musica, ma anche il suo corpo. Mentirei se non dicessi chiaramente che per me è stato un modello ideale, impossibile da eguagliare eppure vivido per sempre nel mio immaginario. 

E poi in casa mia si ascoltava quello ogni giorno, grazie ai miei genitori. Ci sono cresciuto con le sue canzoni.

C’è qualcosa di autobiografico in Samuel, il protagonista del tuo racconto?

Samuel è, come me, una persona che ha ridiscusso più volte il suo orientamento sessuale. Ma ciò che ci accomuna di più è l’incapacità di lasciarsi alle spalle il passato. Viviamo il presente e i sogni del nostro futuro con uno sguardo fugace sempre rivolto indietro. Non credo sia un male, ma solo una caratteristica che ci condiziona. Tutto il resto non credo si possa definire autobiografico. Gli voglio molto bene, questo sì.

Cos’è per te la libertà? Pensi che la raggiungeremo mai?

La libertà è qualcosa che ha a che fare con me, la mia autodeterminazione e l’appagamento dei miei desideri, ma che non può prescindere dalla giustizia sociale. L’utilità degli altri è anche la mia. Mills e Rawls, tanto per intenderci. 

Chi è vissuto cinque secoli fa difficilmente avrebbe potuto immaginarsi la società di oggi. I progressi che costituiscono la nostra quotidianità avrebbero destato meraviglia e paura. Pertanto, credo che nel fumetto avremmo potuto spingerci ben oltre, se avessimo voluto. Ma in fondo a me e Riccardo non interessava prevedere il futuro (e come avremmo potuto?), ma parlare del nostro rapporto con esso.

Ci sono affinità tra il Metaverso e la società del futuro di Saetta Rossa?

Beh, in generale abbiamo sostanzialmente portato alle estreme conseguenze l’IoT e i social network. Nel governo mondiale di Saetta Rossa, una AI supporta le decisioni tramite un algoritmo addestrato dai dati raccolti da ogni essere umano. Certo, ci siamo immaginati un mondo in cui molti problemi connaturati a queste tecnologie sono risolti. Sarà questo quello che ci aspetta il futuro? Non lo so, ma so che in ogni caso sarà una sorpresa.

Words: Giorgia Ribaldone,
Marco B. Bucci
Layout: Sara Zampirollo

Saetta Rossa

Autori: Marco B. Bucci, Riccardo Atzeni
Sceneggiatura: Marco B. Bucci
Illustrazioni: Riccardo Atzeni
Guida alla realtà e supervisione alla sceneggiatura: Enrico Buscaroli
Edito da Panini Comics

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La pansessualità

Intervista con l’autore di Saetta Rossa

Sono venuta a conoscenza della pansessualità solo nel 2020, grazie ad Ola, personaggio femminile dell’ormai famosa serie britannica originaria Netflix: Sex Education. Qui finalmente il tabù del sesso, quello vero, fatto di stranezze e problemi, diventa il focus di una programmazione mainstream. In particolare, la nostra Ola si scopre pansessuale nel mezzo del suo percorso di esplorazione e scoperta della sessualità. Ola è attratta (emotivamente, romanticamente e/o sessualmente) dalla personalità, a prescindere dal genere. E’ proprio questa la definizione di pansessualità. Una parola che mi ha incuriosita fin da subito, un termine che trasmette calma, vitalità e pienezza. Sensazioni giustificate dall’etimologia della parola in sé; “pan’’ in greco, infatti, significa “tutto”.

Lo stesso accade in Saetta Rossa, il graphic novel italiano di Marco B. Bucci e Riccardo Atzeni. Qui il protagonista, Samuel, costretto a ricostruire la sua identità all’interno di un futuro a metà tra utopia e distopia, si scopre attratto da un essere umano, come lui, che però si sente e si presenta come un dilofosauro. In Saetta Rossa il concetto di pansessualità è portato all’estremo proprio per trasmettere la filosofia cardine di questo orientamento: oltre al genere.

Ed è con questo messaggio, ‘’oltre a genere’’, che voglio lasciarvi alla bellissima intervista di Marco, l’autore del fumetto, che vi guiderà in un viaggio alla ricerca della libertà d’espressione, di scelta e d’identità (di genere ma non solo).

Illustrazione di tre ragazze, protagoniste dell'intervista

Qual è la differenza tra pansessualità e bisessualità?

Tutte le terminologie di questo tipo hanno una storia e un’evoluzione. Parliamo di parole che non smettono mai di aggiornarsi e che si adattano spesso al tempo nel quale vengono utilizzate. Credo che la pansessualità oggi indichi semplicemente un’attrazione, di qualunque tipo, verso una persona a prescindere da genere e identità di genere. La bisessualità include i generi e le identità di genere come fattori che incidono sull’attrazione verso un altro individuo. La pansessualità prescinde da questi fattori. Anzi, prescinde da qualsivoglia fattore.

Quando nasce il concetto di ‘’pansessualità’’?

Nonostante ci siano riferimenti storici all’idea o alla definizione di Pansessualità mi piace per affetto citare Mario Mieli, che nel 1977 attraverso il suo Elementi di critica omosessuale anticipa già molto di quello che sarebbe poi stato detto sull’argomento. È una lettura che disseziona molte idee convenzionali, e le espone al lettore dell’epoca con una lucidità incredibile.

Credo che dare un nome alle varie tipologie di attrazione – per quanto rare o inconsuete –  aiuti le persone a riconoscersi e a trovarsi. Anzi, forse aiuta maggiormente proprio le persone che provano attrazioni non convenzionali. Trovare un nome a ogni attrazione aiuta a capire, a conoscere. Lo scopo non è incasellare o tracciare confini e barriere. Non esiste alcuna pretesa, da parte di chi usa questi termini, di creare una tassonomia delle relazioni.

Se da ragazzino avessi scoperto l’esistenza di questo termine e mi fossi riconosciuto in esso il mio percorso di crescita sarebbe stato diverso? Forse. O forse mi sarei semplicemente sentito meno solo.

Come hai scoperto di essere pansessuale?

Da ragazzo credevo di essere bisessuale, dopotutto mi ero fidanzato con ragazzi e ragazze. Poi ho vissuto per molto tempo con l’idea di essere semplicemente una persona omosessuale che aveva avuto esperienze variegate. Infine ho conosciuto una persona transgender non binaria che mi ha fatto rimettere tutto in discussione.

Perché la pansessualità viene comunemente associata allo stereotipo di persona confusa che esercita rapporti promiscui?

La cosiddetta “promiscuità” è negli occhi di chi la osserva. Perché dovrebbe essere un problema il numero di persone con cui si condivide l’intimità, fintanto che si tutela salute e rispetto – di sé e dell’altra persona? Essere pansessuale non vuol dire essere attratti verso ogni essere umano. E in ogni caso l’attrazione non coincide con il desiderio sessuale. La costruzione della parola, purtroppo, non ci viene in aiuto. Soprattutto in Italia, dove definizioni più specifiche come “panromantico” non sono ancora molto in uso.

“Saetta Rossa’’ è un chiaro richiamo a David Bowie. Come mai proprio lui?

In un solo individuo c’è l’essenza stessa della trasformazione. In lui sono nati (e morti) diversi personaggi che hanno segnato non solo la sua musica, ma anche il suo corpo. Mentirei se non dicessi chiaramente che per me è stato un modello ideale, impossibile da eguagliare eppure vivido per sempre nel mio immaginario. 

E poi in casa mia si ascoltava quello ogni giorno, grazie ai miei genitori. Ci sono cresciuto con le sue canzoni.

C’è qualcosa di autobiografico in Samuel, il protagonista del tuo racconto?

Samuel è, come me, una persona che ha ridiscusso più volte il suo orientamento sessuale. Ma ciò che ci accomuna di più è l’incapacità di lasciarsi alle spalle il passato. Viviamo il presente e i sogni del nostro futuro con uno sguardo fugace sempre rivolto indietro. Non credo sia un male, ma solo una caratteristica che ci condiziona. Tutto il resto non credo si possa definire autobiografico. Gli voglio molto bene, questo sì.

Cos’è per te la libertà? Pensi che la raggiungeremo mai?

La libertà è qualcosa che ha a che fare con me, la mia autodeterminazione e l’appagamento dei miei desideri, ma che non può prescindere dalla giustizia sociale. L’utilità degli altri è anche la mia. Mills e Rawls, tanto per intenderci. 

Chi è vissuto cinque secoli fa difficilmente avrebbe potuto immaginarsi la società di oggi. I progressi che costituiscono la nostra quotidianità avrebbero destato meraviglia e paura. Pertanto, credo che nel fumetto avremmo potuto spingerci ben oltre, se avessimo voluto. Ma in fondo a me e Riccardo non interessava prevedere il futuro (e come avremmo potuto?), ma parlare del nostro rapporto con esso.

 Ci sono affinità tra il Metaverso e la società del futuro di Saetta Rossa?

Beh, in generale abbiamo sostanzialmente portato alle estreme conseguenze l’IoT e i social network. Nel governo mondiale di Saetta Rossa, una AI supporta le decisioni tramite un algoritmo addestrato dai dati raccolti da ogni essere umano. Certo, ci siamo immaginati un mondo in cui molti problemi connaturati a queste tecnologie sono risolti. Sarà questo quello che ci aspetta il futuro? Non lo so, ma so che in ogni caso sarà una sorpresa.

Io e Te+_poliamore_collage_Nonamemagazine

Words: Giorgia Ribaldone,
Marco B. Bucci
Layout: Sara Zampirollo

Saetta Rossa

Autori: Marco B. Bucci, Riccardo Atzeni
Sceneggiatura: Marco B. Bucci
Illustrazioni: Riccardo Atzeni
Guida alla realtà e supervisione alla sceneggiatura: Enrico Buscaroli
Edito da Panini Comics

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