Ikigai
Inizio d’armonia
Gennaio, l’aprifila, con i suoi lunghi, riflessivi, coraggiosi e pragmatici 31 giorni, sta lì e ci osserva con sguardo severo mentre sottoscriviamo programmi più o meno sensati per il futuro. Il 2022 già iniziato e molti avranno già scritto la loro lista di buoni propositi. Qualcun’altro, invece, troverà anche stavolta qualche scusa per la paura di riconoscere di avere fallito in qualcosa o di ritrovarsi sulla strada sbagliata. Le persone delle liste sono invidiabili, così ambiziose, coraggiose e determinate, si presentano al nuovo anno con la loro lista di sogni e obiettivi, a testa alta, impavide e anche un po’ orgogliose. Gennaio il periodo dell’anno in cui danno il meglio, nel mese dei grandi progetti fanno la fila per accaparrarsi il miglior volo verso la terra delle possibilità e dei sogni mancati.
Alla scoperta del proprio Ikigai
Ho sempre pensato che la felicità durasse qualche momento e non di più, gustarsi un bel gelato al cioccolato non dà meno gioia di una vacanza in Australia, in fondo, non se pensiamo a quanto li abbiamo attesi e desiderati entrambi. Non ho mai creduto che si potesse essere felici per un tempo lungo e che la felicità come un mattoncino Lego potesse essere costruita, non l’ho mai concepita come un progetto di lunga durata. La nostra cultura ci vende la felicità a ogni angolo, reale o digitale, ci dice che non c’è mai abbastanza tempo per fermarsi, ci addestra a rincorrere sogni felici, cercando di raggiungere e superare le tappe della vita così come indicate nel manuale. È giusto porsi degli obiettivi ed essere ambiziosi, ma ormai la lista dei buoni propositi rischia di diventare l’ennesima bugia bianca che condividiamo con i nostri follower come se sentissimo la necessità di travestire anche i nostri sogni per stare meglio. Essere sinceri con se stessi è sempre più difficile nell’era dei social network, così come credere di poter essere davvero felici per un tempo più lungo di una storia. Il metodo dell’ikigai ci aiuta a guardare le cose da un punto di vista diverso, nuovo. La filosofia dell’ikigai nasce lontano, sull’isola di Okinawa, a sud del Giappone, dove più del 90% della popolazione sostiene di aver trovato il proprio ikigai. Senza dubbio uno stile di vita sano rende meno faticoso il viaggio della vita, e i giapponesi sono molto attenti a questi temi. Tradurre la parola ikigai è quasi impossibile, possiamo dedurne il significato scomponendola in iki – vita – e gai – valore – quindi “ragione di vita, scopo della nostra esistenza, motivo per cui ci alziamo al mattino”. Una felicità più alta e duratura è possibile: l’ikigai è ritrovarsi, è un giro completo nel giardino della vita accompagnati dal bastone della consapevolezza, è armonia, equilibrio, quella cosa chiamata felicità.
Come funziona?
Il metodo prevede di rispondere a quattro domande, non è un quiz a risposta multipla, ma un esame tostissimo composto da quattro quesiti a risposta aperta, che richiedono tempo, pazienza, intenzione, volontà, coraggio ed estrema sincerità. Un cammino difficile e a volte molto lungo.
● Cosa ti piace fare?
● In cosa sei bravo?
● Come potresti influire positivamente sugli altri?
● Per cosa puoi farti pagare?
Quattro colpi al petto. Dall’intersezione delle risposte che darai verranno fuori i quattro elementi dell’ikigai, passione, missione, vocazione e professione; l’armonia si stabilisce con la sovrapposizione dei quattro elementi, l’equilibrio tra le quattro risposte determina il tuo personale ikigai.


Interrogarci su questi temi è più complesso di scrivere una lista di buoni propositi; è un’indagine su sé stessi molto seria, un viaggio profondo, a volte buio, doloroso. È un metodo che richiede tempo per fermarsi e osservarsi con uno sguardo sincero, con intenzione, anche sacrificio se necessario e forza di volontà per tutte le volte che ci sembrerà di essere su una strada chiusa e ci mancherà il respiro. Potrebbe volerci molto tempo prima di trovare l’ikigai, potremmo fallire più volte, il percorso è del tutto personale, così come la conquista finale. Alla fine del viaggio, ritrovarsi è la vera vittoria, acquisire una consapevolezza piena di se per continuare a passeggiare nel giardino della nostra vita più forti e sicuri. Scoprire chi siamo, la nostra essenza e qual è il nostro scopo ci consentirà di vivere meglio anche la relazione con l’altro, e quindi compiere la nostra missione. A inizio anno l’ikigai è stata una bella scoperta, tra bilanci, propositi, sogni e obiettivi può esserci d’aiuto nel nostro personale progetto di vita orientati verso il futuro senza mai abbandonare il nostro presente. È importante, però, che sappiate una cosa, la filosofia dell’ikigai non fa distinzioni, tutti hanno il proprio ikigai, non è un lusso di pochi, è il viaggio a distinguerci. Per questo non arrendetevi, sarà complicato, forse non avrete abbastanza acqua o cibo nello zaino, in ogni caso non abbandonate il vostro viaggio, al massimo cambiate strada, ma rialzatevi. Non paragonatevi agli altri, perché ognuno ha il suo valore, l’ikigai è personale.
Quando finalmente verrete colpiti da una luce in fondo al tunnel, allora sarete arrivati oppure vorrà dire che sarete molto vicini alla meta. E alla fine, entrati nel vostro giardino, vi accorgerete di quanto colorati e profumati siano sempre stati tutti i suoi fiori.